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Ennio Morricone: c’era una volta…e ci sarà sempre!

Ennio Morricone: c’era una volta…e ci sarà sempre!

All’alba del 6 luglio ci ha lasciato Ennio Morricone: era nato a Roma il 10 novembre del 1928. Ci ha lasciato l’uomo, ma non l’artista. Ricoverato presso il Campus Biomedico di Roma, a seguito di una caduta, dovuta ad un mancamento per un disturbo respiratorio, che gli aveva provocato la frattura del femore, dopo essere stato operato d’urgenza è deceduto per complicanze respiratorie.

Tra i più noti e talentuosi compositori di musica applicata alle immagini, al mondo, Morricone lascia un vuoto incolmabile. La sua straordinaria avventura artistica è nota a tutti: e così voglio cogliere l’occasione per ringraziarti (mi permetto darti del tu). Ci mancherai caro Ennio. Eccome se ci mancherai. Si dice che in un film la musica come la fotografia non debbano mai prevaricare la storia, mai esserne protagonisti: ma con te questa regola non aveva ragione di essere.

Gli innumerevoli capolavori a cui hai collaborato non sarebbero tali senza la tua musica, anzi in molti casi è stata la tua musica a decretarne il successo. Hai composto la colonna sonora della nostra vita: con te abbiamo pianto, amato, vissuto. Impossibile scegliere un tuo brano o una tua composizione in una ideale classifica, sei riuscito a moltiplicare la bellezza delle tue note all’infinito, fotogramma dopo fotogramma, film dopo film: C’era una volta il West, C’era una volta in America, Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo, Mission, Metti una sera a cena, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Giù la testa, Metello, Il clan dei siciliani, Malèna, La leggenda del pianista sull’oceano, Nuovo Cinema Paradiso, Il mio nome è nessuno, La califfa, Sacco e Vanzetti, Il deserto dei Tartari, Bugsy.

Un talento innato, il tuo, premiato con tutti i possibili riconoscimenti: tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera, un Polar Music Prize e ben due Premi Oscar. Si fa una gran fatica a commentare la notizia della tua scomparsa, caro Ennio, perché si spera sempre che chi ci regala emozioni debba accompagnarci per sempre: la riservatezza e la grande umiltà che ti hanno contraddistinto, infine, si sono manifestate anche nel tuo ultimo viaggio.

Così mi sembra doveroso salutarti riportando un estratto del tuo necrologio, scritto di tuo pugno e comunicato dal tuo avvocato Giorgio Assumma ai cronisti che affollavano l’entrata del Campus Biomedico: "C'è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare". No, Ennio non devi neanche pensarlo, anzi scusaci tu: per tutte quelle volte che siamo stati noi a disturbarti, chiedendoti una foto, un autografo o un’intervista. Scusaci davvero per tutte quelle volte che ti abbiamo cercato, chiamato, importunato. Tanto grande era il desiderio di conoscerti.

No Ennio, tu non potrai mai disturbarci. Questo mai.

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