Skip to main content
Per grazia ricevuta: a cinquant’anni dalle riprese!

Per grazia ricevuta: a cinquant’anni dalle riprese!

Fontana Liri, piccolo paese di tremila abitanti, ha offerto il suo contributo al grande cinema italiano oltre che per aver dato i natali a Marcello Mastroianni (cosa di cui i cittadini vanno molto orgogliosi), anche per essere stato set del film Per grazia ricevuta, diretto e interpretato da Nino Manfredi che, nel 1970, scelse il piccolo borgo medievale, rimasto intatto nel tempo, come scenario del suo primo film da regista! Esattamente cinquant’anni quindi fa nel luglio del 1970 a Fontana Liri Superiore (soprattutto nelle adiacenze delle Chiesa di Santa Croce) si svolsero le riprese di Per grazia ricevuta scritto, diretto e interpretato da Nino Manfredi: considerato dalla critica uno dei suoi migliori lavori, soprattutto per la magistrale direzione. Il film, presentato in concorso al 24º Festival di Cannes, dove vinse il premio per la miglior opera prima, racconta la vita di Benedetto Parisi (Nino Manfredi), orfano e accudito dalla zia nubile, dagli anni dell’infanzia segnati dalla sua formazione cattolica, alla devozione per Sant’Eusebio (Benedetto cresce convinto di essere stato miracolato, in seguito a una caduta), fino all’età adulta, alla relazione con Giovanna (Delia Boccardo) con cui concepirà un figlio. Il racconto del film si svolge in continui flashback: infatti all’inizio veniamo a conoscenza del tentato suicidio di un adulto Benedetto, ricoverato in ospedale in gravissime condizioni: da qui viene ripercorsa tutta la sua vita. Per grazia ricevuta è senza dubbio uno dei capolavori del nostro cinema (illuminato da un Maestro della luce come Armando Nannuzzi), in cui Manfredi è abilissimo nel districarsi tra elementi autobiografici, commedia e dramma, raggiungendo di fatto la piena maturità artistica.

Di seguito il ricordo di quei giorni a cura di Santina Pistilli, Presidente del Centro Studi Ricerche e Documentazione Marcello Mastroianni.

Esattamente 50 anni fa, in una bella giornata del mese di giugno 1970, all’improvviso, tra lo stupore dei pochi abitanti del piccolo borgo medievale di Fontana Liri Superiore, apparve Nino Manfredi, accompagnato da poche altre persone: percorrevano i vicoli, scrutavano gli angoli del millenario centro storico, parlottavano fra loro e facevano qualche foto. A chi chiese loro il motivo della visita risposero che stavano perlustrando vari borghi per sceglierne uno rimasto intatto nel tempo per girare un film. Nei giorni seguenti si ebbe la conferma che tra tanti paesi era stato scelto il nostro come set per un film di carattere religioso, di cui Manfredi sarebbe stato regista, oltre che attore. Si può facilmente immaginare quali furono la curiosità e le aspettative degli abitanti non solo del posto, ma di tutto il paese, Fontana Liri. 

Dopo pochi giorni, era il 1 luglio, la calma e la tranquillità del nostro piccolo borgo fu sconvolta con l’arrivo di una vera e propria colonna di auto, camion con attrezzature cinematografiche, operai e tecnici, e soprattutto lui, Nino Manfredi, che per un mese o più rimase tra noi per le riprese del film e ci conquistò con il suo carattere gioviale e il suo fascino ciociaro, al punto da farci sentire subito suoi amici. Del film si sapeva poco: che il protagonista era un bambino, che era stato miracolato e che avrebbe dovuto fare la prima comunione. Neanche il titolo era noto. Così tutte le mattine vedevamo arrivare la troupe, che risiedeva a Ferentino presso l’Hotel Bassetto, e il piazzale antistante l’ingresso del centro storico brulicava di persone e attrezzature. Qui il momento più importante era la scelta dei personaggi che dovevano partecipare alle riprese come comparse: un uomo di mezza età, piuttosto robusto, forse l’organizzatore generale del film, osservava tutti i presenti, ogni giorno più numerosi, e sceglieva i tipi più fotogenici o più caratteristici, i tipi di cui avevano bisogno per le riprese della giornata. E così, molte persone, radunate nel piazzale, lo attendevano già dalla mattina presto (tra l’altro era il mese di luglio, molti erano in ferie e noi ragazzi eravamo liberi da impegni scolastici): si presentavano a lui cercando di mettersi in evidenza mostrando al meglio qualche particolarità fisica per essere scelte, non solo e non tanto per il compenso in denaro, quanto per la novità dell’evento e per il piacere di partecipare da “attori” a un film. A quei tempi il mondo del cinema era molto lontano dalle esperienze di persone comuni come noi, abitanti di un paese tanto piccolo, che mai avrebbero immaginato di prendere parte a un set cinematografico, e per giunta con Nino Manfredi, già attore di fama e. …ciociaro come noi!

Furono scelti per le comparse numerosi bambini e bambine, che dovevano aprire la processione; tante donne che avrebbero rappresentato le popolane, giovani robusti che dovevano portare il santo in processione e tante altre figure.

Fu per tutti noi una bella esperienza, ogni mattina, venire vestiti e truccati per partecipare alle scene del miracolo, della cerimonia della prima comunione e della famosa processione di ringraziamento per la grazia ricevuta: partecipammo a questo evento con grande gioia e con la consapevolezza di vivere un momento magico che forse sarebbe rimasto nella storia del nostro paese e…. del cinema italiano.

Tra noi, a Fontana Liri, Nino Manfredi riuscì a scoprire personaggi particolari, sia nei tratti fisici che nel modo di recitare: alcuni si rivelarono attori veri e seppero interpretare i soggetti scelti per il film con una tale maestria che lui stesso ne rimase meravigliato, affermando in un’intervista che se avesse voluto cercare alcuni soggetti tra gli attori professionisti, certamente non li avrebbe trovati così perfetti per il ruolo che dovevano svolgere.

Emergono tanti ricordi di quello straordinario momento. Insieme all’attore-regista avemmo modo di conoscere anche i figli e la moglie, che un giorno arrivarono per fargli una sorpresa e che poi spesso parteciparono anche alle riprese. In particolare, a Roberta e Luca piaceva molto stare con tutti noi sul set. Anche Erminia partecipò qualche volta alle riprese. Era una donna notevole, molto simpatica e ricca di fascino. Anche lei, vestita di nero, a piedi nudi e con un velo in testa, figurava tra le donne del popolo che partecipavano alla processione e gridavano al miracolo, come si usava fare in passato nei nostri paesi, e forse si usa ancora fare, in occasione di grazie ricevute. Con la sua affabilità e la sua disponibilità a intrattenersi e parlare con chiunque, in poco tempo conquistò subito tutti e fu molto benvoluta. In quei giorni volle condividere con noi una festa familiare, la ricorrenza dell’anniversario del matrimonio, festeggiato mentre facevamo la pausa-pranzo, con il famoso cestino che ogni giorno arrivava dal ristorante Bassetto (che piacere consumare quel pasto “cinematografico” con tutti gli addetti ai lavori!). Erminia era seduta con noi sulle scalette del vicolo vicino alla chiesa di Santa Croce quando Nino le consegnò il regalo, un bellissimo anello da mignolo! Quell’angolo di Fontana Liri superiore, particolarmente fresco, era preferito dall’attore per consumare il pranzo.

Il nostro borgo, in verità, aveva affascinato Nino Manfredi grazie alle sue case medievali rimaste inalterate nei secoli, alle sue stradine acciottolate mai percorse da un’automobile, alla sua atmosfera evocatrice di antiche flagranze e sensazioni, alla sua stupenda chiesa di Santa Croce con la graziosa piazzetta a misura d’ uomo…una location proprio adatta al miracolo che il regista  voleva rappresentare. E, a questo proposito, è rimasto in tutti noi il ricordo molto vivo e indelebile di Nino Manfredi che, dall’alto del campanile, dove aveva installato una piattaforma di legno, dirigeva con il megafono il percorso della processione che arrivava nella piazzetta contemporaneamente da diverse vie. Era quello il momento cruciale della processione e del film. Ognuno fece la sua parte come lui aveva indicato, con il necessario entusiasmo e con un tempismo perfetto, tanto che non ci fu bisogno di ripetere la scena, giudicata subito buona al punto che fece esplodere il regista in un grido di soddisfazione: Bravi Ciociari! Complimenti! Non avevo dubbi sulla vostra intelligenza e bravura! Sui Ciociari si può sempre contare! Abbiamo girato oggi la scena più importante del mio film Per grazia ricevuta!

 Grazie!

Subscribe to Our Newsletter: