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foto archivio fotografico G.G.

Pawel Edelman: tra Polański e Wajda

Nel 2003 avrebbe meritato l’Oscar per il suo magnifico lavoro in Il pianista (The Pianist, 2002) di Roman Polański, in cui si narrano le vicende del pianista ebreo Władysław Szpilman (interpretato da Adrian Brody, che per questo ruolo si aggiudicò il Premio Oscar come miglior attore protagonista) al tempo dell’invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale, film per il quale oltre alla Nomination al Premio Oscar si aggiudicò il premio César e l’European Film Award. Stiamo parlando del polacco Paweł Edelman (Łódź, 26 giugno 1958) tra i più interessanti cinematographers europei della sua generazione. Edelman si fa notare in patria nel 1997 con il film Kroniki domowe di Leszek Wosiewicz, e sempre nello stesso anno, anche fuori della Polonia con Storie d’amore (Historie milsone) di Jerzy Stuhr. La notorietà internazionale arriva dunque con il capolavoro di Polański, Il pianista appunto, che di fatto gli apre le porte di Hollywood. Negli Stati Uniti collabora con registi come Taylor Hackford per Ray (2004), molto probabilmente il capolavoro di Edelman (che pensa per l’occasione una fotografia dai toni opachi, con colori per nulla accesi) biografia del noto cantante Ray Charles, interpretato magistralmente da Jamie Foxx, che si aggiudicò un Golden Globe, un BAFTA e un Premio Oscar come miglior attore protagonista. Per il regista Steven Zaillian illumina quindi Tutti gli uomini del re (All the King's Men, 2006), remake dell’omonima pellicola diretta da Robert Rossen nel 1949. Tornando nuovamente a Polański, tra i due si instaura negli anni un sodalizio artistico di assoluto livello che darà vita (oltre al ricordato Il pianista) ad altri cinque film: L'uomo nell'ombra (The Ghost Writer, 2010), Carnage (2011) girato in un’unica location (un appartamento newyorkese), Venere in pelliccia (La Vénus à la fourrure, 2013), Quello che non so di lei (D'après une histoire vraie, 2017) e L'ufficiale e la spia (J'accuse, 2019). Oltre a quello con Polański da segnalare l’altro importante sodalizio della sua carriera con il regista Andrzej Wajda: Nastasja (1994), Pan Tadeusz (1999), Zemsta (2002), Katyn (2007), Tatarak (2009), Il ritratto negato (Powidoki, 2016). Nel 2018 Edelman è in Italia per ricevere l’Esposimetro d'oro per il film straniero nell'ambito della 23° Edizione del Premio Internazionale della fotografia cinematografica Gianni Di Venanzo per il film Quello che non so di lei di Roman Polański con protagoniste Eva Green e Emmanuelle Seigner.

 

foto archivio fotografico G.G.

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