Tutte le immagini della serata
Il Centro Studi Ricerche e Documentazione Marcello Mastroianni, il Comune di Fontana Liri e l’Associazione Il Castello organizzano per l’8 agosto 2020, ore 21.00* una serata di cultura cinematografica per ricordare a Fontana Liri superiore, il borgo medievale che cinquanta anni fa fu set del film Per grazia ricevuta, Nino Manfredi, un attore, un regista, un artista della nostra terra. L’evento sarà diretto principalmente a giovani, studenti, anziani e gruppi di etnie diverse presenti sul territorio, con lo scopo non solo di intrattenere piacevolmente il pubblico, ma ripercorrere il momento magico delle riprese che 50 anni fa vide Nino Manfredi impegnato come attore e soprattutto per la prima volta come regista e coinvolse entusiasticamente tutto il paese. La kermesse offrirà l’occasione di approfondire alcuni temi affrontati nel film che, nonostante siano passati 50 anni, risultano ancora attuali. Ospiti d’onore saranno la moglie e i figli dell’attore, che furono partecipi all’epoca delle riprese e familiarizzarono molto con le persone del posto che li ricordano ancora con grande cordialità e affetto. A guidare il pubblico in questo interessante percorso saranno , insieme a Luca Manfredi, figlio dell’attore, anche lui regista e sceneggiatore, che presenterà il film In arte Nino da lui realizzato, personalità del mondo del cinema e professionisti ( giornalisti, esperti di psicologia, un sacerdote) e soprattutto alcuni protagonisti del film, i vari personaggi di Fontana Liri che parteciparono come comparse ed ebbero anche un ruolo importante nella storia. Saranno inoltre allestite una mostra di fotografie dell’epoca raccolte tra coloro che parteciparono alle riprese e una mostra di articoli di giornali che al tempo commentarono e diffusero notizie sul film. Per rispettare le norme vigenti in materia di distanziamento sociale l’evento si svolgerà all’aperto, i posti a sedere saranno distanziati e i partecipanti saranno invitati ad usare le mascherine soprattutto durante i movimenti in entrata e uscita dallo spazio della manifestazione. Inoltre gli stessi saranno invitati a prenotarsi per tempo per evitare disagi e affollamenti. Se ce ne sarà bisogno, sarà installato un maxi schermo in altro spazio attiguo alla piazza per permettere a tutti i partecipanti di assistere all’evento sul posto.L’evento sarà diffuso in streaming attraverso una Web TV , appositamente predisposta.
Per grazia ricevuta …50 anni dopo
Fontana Liri, piccolo paese di tremila abitanti, ha offerto il suo contributo al grande cinema italiano oltre che per aver dato i natali a Marcello Mastroianni (cosa di cui i cittadini vanno molto orgogliosi), anche per essere stato set del film Per grazia ricevuta, diretto e interpretato da Nino Manfredi che, nel 1970, scelse il piccolo borgo medievale, rimasto intatto nel tempo, come scenario del suo primo film da regista!
***************
Esattamente 50 anni fa, in una bella giornata del mese di giugno 1970, all’improvviso, tra lo stupore dei pochi abitanti del piccolo borgo medievale di Fontana Liri Superiore, apparve Nino Manfredi, accompagnato da poche altre persone: percorrevano i vicoli, scrutavano gli angoli del millenario centro storico, parlottavano fra loro e facevano qualche foto. A chi chiese loro il motivo della visita risposero che stavano perlustrando vari borghi per sceglierne uno rimasto intatto nel tempo per girare un film. Nei giorni seguenti si ebbe la conferma che tra tanti paesi era stato scelto il nostro come set per un film di carattere religioso, di cui Manfredi sarebbe stato regista, oltre che attore. Si può facilmente immaginare quali furono la curiosità e le aspettative degli abitanti non solo del posto, ma di tutto il paese, Fontana Liri.
Dopo pochi giorni, era il 1 luglio, la calma e la tranquillità del nostro piccolo borgo fu sconvolta con l’arrivo di una vera e propria colonna di auto, camion con attrezzature cinematografiche, operai e tecnici, e soprattutto lui, Nino Manfredi, che per un mese o più rimase tra noi per le riprese del film e ci conquistò con il suo carattere gioviale e il suo fascino ciociaro, al punto da farci sentire subito suoi amici. Del film si sapeva poco: che il protagonista era un bambino, che era stato miracolato e che avrebbe dovuto fare la prima comunione. Neanche il titolo era noto. Così tutte le mattine vedevamo arrivare la troupe, che risiedeva a Ferentino presso l’Hotel Bassetto, e il piazzale antistante l’ingresso del centro storico brulicava di persone e attrezzature. Qui il momento più importante era la scelta dei personaggi che dovevano partecipare alle riprese come comparse: un uomo di mezza età, piuttosto robusto, forse l’organizzatore generale del film, osservava tutti i presenti, ogni giorno più numerosi, e sceglieva i tipi più fotogenici o più caratteristici, i tipi di cui avevano bisogno per le riprese della giornata. E così, molte persone, radunate nel piazzale, lo attendevano già dalla mattina presto (tra l’altro era il mese di luglio, molti erano in ferie e noi ragazzi eravamo liberi da impegni scolastici): si presentavano a lui cercando di mettersi in evidenza mostrando al meglio qualche particolarità fisica per essere scelte, non solo e non tanto per il compenso in denaro, quanto per la novità dell’evento e per il piacere di partecipare da “attori” a un film. A quei tempi il mondo del cinema era molto lontano dalle esperienze di persone comuni come noi, abitanti di un paese tanto piccolo, che mai avrebbero immaginato di prendere parte a un set cinematografico, e per giunta con Nino Manfredi, già attore di fama e. ….ciociaro come noi!
Furono scelti per le comparse numerosi bambini e bambine, che dovevano aprire la processione; tante donne che avrebbero rappresentato le popolane, giovani robusti che dovevano portare il santo in processione e tante altre figure.
Fu per tutti noi una bella esperienza, ogni mattina, venire vestiti e truccati per partecipare alle scene del miracolo, della cerimonia della prima comunione e della famosa processione di ringraziamento per la grazia ricevuta: partecipammo a questa evento con grande gioia e con la consapevolezza di vivere un momento magico che forse sarebbe rimasto nella storia del nostro paese e…. del cinema italiano.
Tra noi, a Fontana Liri, Nino Manfredi riuscì a scoprire personaggi particolari, sia nei tratti fisici che nel modo di recitare: alcuni si rivelarono attori veri e seppero interpretare i soggetti scelti per il film con una tale maestria che lui stesso ne rimase meravigliato, affermando in un’intervista che se avesse voluto cercare alcuni soggetti tra gli attori professionisti, certamente non li avrebbe trovati così perfetti per il ruolo che dovevano svolgere.
Emergono tanti ricordi di quello straordinario momento. Insieme all’attore-regista avemmo modo di conoscere anche i figli e la moglie, che un giorno arrivarono per fargli una sorpresa e che poi spesso parteciparono anche alle riprese. In particolare a Roberta e Luca piaceva molto stare con tutti noi sul set. Anche Erminia partecipò qualche volta alle riprese. Era una donna notevole, molto simpatica e ricca di fascino. Anche lei, vestita di nero, a piedi nudi e con un velo in testa, figurava tra le donne del popolo che partecipavano alla processione e gridavano al miracolo, come si usava fare in passato nei nostri paesi, e forse si usa ancora fare, in occasione di grazie ricevute. Con la sua affabilità e la sua disponibilità a intrattenersi e parlare con chiunque, in poco tempo conquistò subito tutti e fu molto benvoluta. In quei giorni volle condividere con noi una festa familiare, la ricorrenza dell’anniversario del matrimonio, festeggiato mentre facevamo la pausa-pranzo, con il famoso cestino che ogni giorno arrivava dal ristorante Bassetto (che piacere consumare quel pasto “cinematografico” con tutti gli addetti ai lavori!). Erminia era seduta con noi sulle scalette del vicolo vicino alla chiesa di Santa Croce quando Nino le consegnò il regalo, un bellissimo anello da mignolo! Quell’angolo di Fontana Liri superiore, particolarmente fresco, era preferito dall’attore per consumare il pranzo.
Il nostro borgo, in verità, aveva affascinato Nino Manfredi grazie alle sue case medievali rimaste inalterate nei secoli, alle sue stradine acciottolate mai percorse da un’automobile, alla sua atmosfera evocatrice di antiche flagranze e sensazioni, alla sua stupenda chiesa di Santa Croce con la graziosa piazzetta a misura d’ uomo….una location proprio adatta al miracolo che il regista voleva rappresentare. E, a questo proposito, è rimasto in tutti noi il ricordo molto vivo e indelebile di Nino Manfredi che, dall’alto del campanile, dove aveva installato una piattaforma di legno, dirigeva con il megafono il percorso della processione che arrivava nella piazzetta contemporaneamente da diverse vie. Era quello il momento cruciale della processione e del film. Ognuno fece la sua parte come lui aveva indicato, con il necessario entusiasmo e con un tempismo perfetto, tanto che non ci fu bisogno di ripetere la scena, giudicata subito buona al punto che fece esplodere il regista in un grido di soddisfazione: Bravi Ciociari! Complimenti! Non avevo dubbi sulla vostra intelligenza e bravura! Sui Ciociari si può sempre contare! Abbiamo girato oggi la scena più importante del mio film Per grazia ricevuta!
Grazie!
Santina Pistilli
Per grazia ricevuta, a cinquant’anni dal capolavoro!
Per grazia ricevuta scritto, diretto e interpretato da Nino Manfredi è considerato unanimemente dalla critica come uno dei suoi migliori lavori, soprattutto per la magistrale direzione, se si pensa soprattutto che Manfredi fosse alla prima vera prova dietro la macchina da presa in un lungometraggio, dopo l’esperienza della regia di L’avventura di un soldato, episodio del film collettivo L'amore difficile (1962). Presentato in concorso al 24º Festival di Cannes, dove vinse il premio per la miglior opera prima, nel film si narra la vicenda umana di Benedetto Parisi (Nino Manfredi), orfano e accudito dalla zia nubile (che instilla in lui dei principi morali molto rigidi, alimentando nel ragazzo dei forti sensi di colpa) dagli anni dell’infanzia segnati dalla sua formazione cattolica, alla devozione per Sant’Eusebio (Benedetto cresce convinto di essere stato miracolato, e così si trasferisce in un convento in attesa della chiamata spirituale, che però non si manifesta, quando, spronato dal priore, decide di misurarsi con il mondo esterno) fino all’età adulta e alla relazione con Giovanna (Delia Boccardo) con cui concepirà un figlio, anche se vivrà la sfera sessuale, con l’ncapacità tipica di chi è cresciuto oppresso dai complessi culturali che il suo contesto sociale gli ha trasmesso per anni. Il film contiene tutto e il contrario di tutto: religione, filosofia, sociologia, psicologia, mantenendo sempre una spontaneità e una verità disarmanti. Come nelle migliori opere di Ingmar Bergman, Manfredi si interroga sull’esistenza di un essere superiore, e sulla sua natura, facendo trapelare sullo schermo tutti i suoi dubbi sulla giustizia divina, provando compassione per un’incolpevole umanità continuamente in balia del male. In tutto ciò Manfredi, la cui interpretazione è incomparabile, seppe circondarsi di un cast di assoluto livello con nomi del calibro di Lionel Stander, Mario Scaccia, Paola Borboni, Mariangela Melato e Delia Boccardo. Il racconto cinematografico si svolge in continui flashback: infatti all’inizio veniamo a conoscenza del tentato suicidio di un adulto Benedetto, suicidio che è una sorta di espiazione, ricoverato in ospedale in gravissime condizioni: da qui viene ripercorsa tutta la sua vita, incentrata sull’episodio chiave scaturito al momento della prima comunione, quando, credendosi in sacrilegio, e sentendosi soffocare dall'ostia, per la vergogna fugge via dalla chiesa precipitando in un dirupo, restando miracolosamente incolume. Per grazia ricevuta è senza dubbio uno dei capolavori del nostro cinema (illuminato da un Maestro della luce come Armando Nannuzzi), in cui Manfredi è abilissimo nel districarsi tra elementi autobiografici, commedia e dramma, raggiungendo di fatto la piena maturità artistica. L’opera, collocabile sui gradini più alti della Commedia all’Italiana, e non solo, ancora oggi a distanza di cinquant’anni ha saputo mantenere intatto tutto il suo fascino, unendo alla profondità della riflessione una ricchezza visiva di rara bellezza.
Gerry Guida