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Conversazione con Giovanna Ralli

Intervista a Giovanna Ralli, premiata nel corso della IV Edizione del Premio Fontana Liri per Marcello Mastroianni. Il Premio voluto fortemente dall’amministrazione comunale e dal sindaco Gianpio Sarracco per ricordare Marcello Mastroianni è stato organizzato in sinergia con il Roma Film Festival diretto da Adriano Pintaldi e con il Centro Studi Ricerche e Documentazione Marcello Mastroianni, in collaborazione con Romarteventi di Francesca Piggianelli. Fanno parte del Comitato d’onore: Laura Delli Colli, Vittorio Giacci, Enrico Vanzina, Elettra Ferraù, Elizabeth Missland, Gerry Guida, Santina Pistilli, per la direzione artistica dello stesso Pintaldi. I premiati dell’Edizione 2019, condotta da Antonella Salvucci, sono stati: l’attrice Giovanna Ralli, il regista Roberto Faenza, la produttrice Elda Ferri, il re dei paparazzi Rino Barillari e l’attore Saverio Vallone.

Cosa significa per lei essere qui oggi, nel ricordo di Marcello Mastroianni ed essere premiata nel suo nome?

È sempre un grande emozione per me ricordare Marcello, in particolar modo oggi, qui nel suo paese di nascita. Per me e per la mia carriera è stato determinante, insieme a lui ho fatto ben quattro film: “Il bigamo” di Luciano Emmer, “Il nemico di mia moglie” di Gianni Puccini, “Il momento più bello” diretto ancora da Emmer e l’ultimo, “Verso sera” di Francesca Archibugi. “Il momento più bello” è stato il mio primo film drammatico, per il quale mi aggiudicai la “Grolla d’oro” come miglior attrice dell’anno.

Ben quattro film insieme dunque: l’ultimo incontro sul set di “Verso sera”.

Esatto. Marcello è stato, cinematograficamente parlando, nell’ordine: il mio primo marito, con lui ho avuto anche dei figli, e sono stata anche la sua amante matura in Verso sera appunto. Quando girammo il film della Archibugi, ci ritrovavamo insieme dopo quasi quarant’anni e fu un grandissimo piacere. Lui interpretava un vecchio professore, io la sua amante. ‘A Marce’ gli dicevo ‘ci sono voluti quarant’anni per ritrovarci a letto insieme’, e ridevamo.

 

Fuori dal set.

Marcello è stato un gran signore e una persona molto piacevole con cui condividere del tempo, anche al di fuori del cinema: ricordo che, quando ero impegnata nelle riprese del film “Arrivano i bersaglieri” di Luigi Magni, nei pressi di Lucca, mi invitò a cena da lui. Menù della serata il celebre piatto di pasta e fagioli che lui amava tanto. La stessa cosa era accaduta anni prima, quando mi trovavo per lavoro a Londra: io e Marcello ci incontrammo per caso e mi invitò a cena, sempre a mangiare la pasta e fagioli: c’era anche Faye Dunaway con noi in quella occasione.

 

Concludendo.

Marcello mi ha insegnato tanto. Marcello non recitava, era lui. Affrontava le scene drammatiche senza alcuna enfasi e a quel punto con lui non si trattava neanche più di recitare, era di una naturalezza straordinaria ed eravamo davvero in sintonia e non posso che ricordalo sempre con affetto. Essere qui oggi, è un’emozione particolare e per questo vi ringrazio di cuore.

 

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