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Conversazione con Matteo Scarpelli

Conversazione con Matteo Scarpelli
Age&Scarpelli Suite 
Sceneggiature in musica

La storia del cinema italiano in Quattro Suites per un progetto unico dedicato alle colonne sonore della grande stagione della Commedia all’italiana. Titoli leggendari come La grande guerra, Sedotta e abbandonata, I Soliti ignoti, C'eravamo tanto amati, L’armata Brancaleone, Il postino sono solo alcuni dei film sceneggiati da Age&Scarpelli, nome d’arte con il quale è noto il celebre duo di sceneggiatori formato da Agenore Incrocci e Furio Scarpelli. Un viaggio attraverso il grande cinema italiano, declinato sulle note di grandi compositori come Rota, Trovajoli, Morricone, Bacalov, Ortolani. E alla leggendaria coppia di sceneggiatori appunto è dedicato Age&Scarpelli Suite – Sceneggiature in musica nato da un’idea del violoncellista Matteo Scarpelli, figlio di Furio, e della pianista Catia Capua per celebrare il Centenario della nascita (entrambi sono nati nel 1919) dei più grandi narratori di immagini del Cinema italiano. Un progetto musicale unico, quello ideato da Scarpelli e Capua che insieme a Riccardo Bonaccini, formano il Felix Piano Trio: Quattro Suites arrangiate magistralmente da Fabrizio Siciliano in tinte di jazz, swing e bossa nova.

Può dirci come nasce questo progetto?

Un progetto che avevo nel cuore da un paio di anni, così ne parlai con Catia Capua, mia stimata collega e amica, e con lei cercammo di capire come realizzarlo e farne qualcosa di unico: in fondo, per la prima volta, nella storia della musica del cinema ci si stava dedicando esclusivamente alle colonne sonore dei film della Commedia all’italiana di Age&Scarpelli; inoltre non si trattava della consueta orchestra sinfonica coinvolta nell’esecuzione, ma di un Trio classico, il Felix Piano Trio formato da me, Catia e Riccardo Bonaccini, all’occorrenza ampliato con il contrabbasso e la batteria. Fabrizio Siciliano ha magistralmente curato gli arrangiamenti ed è nato “Age&Scarpelli Suite” che abbiamo presentato lo scorso 25 aprile presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma. Da lì si è rivelata un’esperienza musicale suggestiva e unica che stiamo portando con successo in tutta Italia e che sicuramente varcherà i confini nazionali: d’altronde le bellissime partiture di compositori come Morricone, Trovajoli, Ortolani o Bacalov sono note in tutte il mondo, al pari dei capolavori cinematografici in cui sono presenti. Inoltre con la Forum di Roma abbiamo avviato una collaborazione per “Age&Scarpelli Suite” nelle scuole, perché le nuove generazioni possano conoscere e apprezzare questo patrimonio.

Un ricordo della celebre coppia Age & Scarpelli: una sorta di Compagnia della scrittura, con quella “&” commerciale ad unire i due cognomi.

Il loro è stato un legame che è durato per decenni; io da piccolo ovviamente ho avuto la fortuna di osservarli e ascoltarli mentre lavoravano insieme. Loro erano la perfetta

simbiosi di due modi assai diversi di essere: Age era più pacato, tranquillo, mentre mio padre era più irruento, sanguigno e spesso capitava che litigassero, che si confrontassero duramente, ma questo era il risultato di due personalità diverse, che si completavano a vicenda. Anche loro scherzavano sul fatto che litigassero in continuazione, ma questa in fondo è stata la loro forza: in un certo senso era un processo propedeutico, un continuo confronto di idee che ha caratterizzato la loro collaborazione. Come tutte le coppie poi ad un certo momento le loro strade si divisero e continuarono a scrivere autonomamente per il cinema.

Quale è stato il rapporto di suo padre con la musica?

Da quello che ricordo non era molto interessato: certamente quando iniziai a studiare musica, il violoncello, mostrò una certa attenzione verso i mei studi, avvicinandosi così alla musica. Tra i compositori amici di mio padre, Piccioni ad esempio, veniva spesso a casa, lo ricordo perfettamente suonare il pianoforte…

Suo fratello Giacomo.

Mio fratello insegna Filosofia, ha scritto diverse sceneggiature con nostro padre collaborando anche a Il Postino ad esempio e si occupa delle sue opere, di molti libri postumi e dei suoi copioni: è lui inoltre che cura i rapporti con Enti e Istituzioni riguardo l’archiviazione e la conservazione delle sceneggiature. In verità mio fratello ha sempre cercato di coinvolgermi il più possibile, ma ho deciso di dedicarmi totalmente alla musica, e di lasciare a lui l’incombenza di tramandare e conservare il lavoro di nostro padre.

Con il suo Trio e il vostro Concerto Age&Scarpelli Suite avete chiuso la XVIII Edizione de Omaggio a Marcello Mastroianni: che ricordo conserva del celebre attore, icona cinematografica per eccellenza del nostro Cinema?

In merito al ricordo di Marcello, posso dire che mio padre mi portava a vedere girare alcuni film, tra cui ricordo La donna della domenica di Luigi Comencini. C’era anche Jacqueline Bissett sul set quella volta. Anche se piccolo, ricordo ancora distintamente la scena che stavano girando, di loro due sotto la pioggia (finta)! Fu una bella giornata. All’epoca avevo otto anni...

Quali sono i compositori di musica applicata alle immagini, che più stima?

Ce ne sono molti, in Italia ovviamente Rota, Lavagnino, Rustichelli, Morricone con cui collaboro e soprattutto Trovajoli: posso tranquillamente affermare che mi piace molto, adoro il suo lavoro per La famiglia di Scola: per quanto riguarda i compositori stranieri devo dire che prediligo John Williams e Hans Zimmer, le loro orchestrazioni in particolare sono di assoluto livello.

Per concludere: il film di suo padre che preferisce?

Sicuramente I soliti ignoti di Mario Monicelli: è un classico e non mi stanco mai di rivederlo. Un capolavoro senza tempo.

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